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Text Anxiety: quali conseguenze e come intervenire

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L’ ansia da valutazione ha importanti conseguenze sul livello di performance. In particolare sembrerebbe che a determinare il nostro risultato nello svolgimento di un compito sia soprattutto una limitazione delle risorse cognitive, quasi interamente coinvolte nel fenomeno del rimuginio (o worry).

Negli ultimi anni all’interno dei differenti contesti scolastici il momento della valutazione ha assunto un’importanza sempre più cruciale nel determinare il futuro accademico dei giovani, basti pensare ai famigerati “test d’ingresso” che, a partire da una valutazione, definiscono chi potrà o meno intraprendere uno specifico percorso universitario.

In un momento storico in cui molto spesso un test determina il futuro della persona, diventa dunque necessario considerare quali vissuti emotivi possano caratterizzare questo momento e come questi possano influenzare l’andamento della valutazione.

In questo articolo verrà pertanto introdotto il tema dell’ansia legata alle situazioni valutative, indagando come sia possibile valutarla, quali fattori ne medino l’insorgenza e come sia possibile intervenirvi.

Text anxiety o ansia da valutazione

Il temine “text anxiety” oppure “ansia da valutazione” fa riferimento al vissuto d’ ansia che precede, accompagna e segue le diverse situazioni valutative a cui si è sottoposti, specialmente durante il proprio percorso accademico, che comporta, nella maggioranza dei casi, un significativo decremento della prestazione scolastica. Moltissimi studi infatti, a partire dagli anni ’70, hanno evidenziato una stretta correlazione tra ansia da test e una prestazione negativa nei compiti accademici: Hancock (2001) ha riportato come studenti che manifestano elevati livelli di ansia scolastica non solo dimostrino delle performance accademiche inferiori, ma siano anche meno motivati all’apprendimento rispetto ai compagni. Ad essere problematici sono livelli d’ ansia eccessivamente elevati; come infatti è noto un’adeguata attivazione cognitiva, emotiva e fisiologica si rivela necessaria per affrontare adeguatamente un compito (Yerkes & Dodson, 1908).

Per comprendere quale sia il livello di ansia sperimentato dagli alunni nel momento della valutazione, è possibile utilizzare uno strumento appositamente realizzato da parte di Spielberg (Spielberg et al., 1980), il Text Anxiety Inventory. Si tratta di un questionario self-report composto da 20 item, a cui si risponde tramite una scala likert a 4 punti (da “quasi mai” a “quasi sempre”), che consente di ottenere punteggi su tre differenti scale: Worry, Emotività e Totale. All’interno della prima scala confluiscono le preoccupazioni cognitive relative alla situazione valutativa o alle aspettative negative sul risultato; la seconda scala comprende invece item inerenti le reazioni comportamentali e fisiche che precedono o accompagnano le situazione valutative quali paura, nervosismo e malessere fisico; infine l’ultima scala consente di ottenere il punteggio globale.

Tale suddivisione appare centrale nel comprendere il fenomeno della text anxiety, molti studi hanno infatti evidenziato come, ad essere saliente nel limitare la performance, sia soprattutto l’elemento cognitivo a limitare le risorse cognitive a disposizione per lo svolgimento del compito poiché quasi interamente coinvolte nel fenomeno del worry.

Un interessante studio condotto da Rana e Mahmood (2012) ha avuto come obiettivo quello di verificare questi due elementi, ossia l’influenza dell’ ansia da valutazione nella prestazione accademica e la preponderanza dell’elemento cognitivo nel determinare l’ ansia e la successiva prestazione negativa, all’interno di un campione di studenti universitari. Ad un cospicuo campione di soggetti è stato somministrato il TAI al fine di indagare i livelli d’ ansia esperiti nei momenti valutativi e, parallelamente, si sono raccolti i profitti riportati dagli studenti. Dall’analisi dei dati rilevati emerge una forte e negativa correlazione tra la performance accademica e il livello d’ ansia esperito; inoltre la riuscita scolastica appare inversamente correlata alle componenti emotiva e cognitiva considerate; tuttavia la relazione è maggiormente elevata per la scala comprendente il worry. Inoltre, tramite l’analisi di regressione, appare come le preoccupazioni esperite dagli studenti contribuiscano in misura maggiore a spiegare la differenza tra gli studenti nei livelli di prestazione accademica.

Questo studio ha pertanto evidenziato come l’ ansia nelle situazioni valutative diventi un ostacolo, specialmente nel momento in cui gli studenti sperimentano un’eccessiva ruminazione sulla valutazione stessa relativa alle possibili conseguenze del fallimento. Gli autori propongono pertanto di supportare gli alunni fornendo loro strumenti e strategie per gestire al meglio le emozioni e i pensieri che sperimentano prima e durante questi momenti della loro vita accademica; nello specifico vengono suggerite attività di pensiero positivo, supporto sociale, rilassamento, immaginazione guidata, auto-istruzioni, simulazioni o promemoria.

Relativamente alla metodologia d’intervento maggiormente idonea per gestire questo vissuto nelle situazioni valutative, può essere interessante analizzare uno studio condotto da Cunha e Paiva (2012) che ha avuto come finalità l’analizzare alcuni fattori che sembrano correlati alla text anxiety in adolescenza. Un primo elemento valutato è l’autocritica, intesa come un insieme di “attacchi” rivolti contro se stessi che si verificano quando si ha la percezione di non aver svolto correttamente qualcosa oppure di non possedere adeguate capacità per farlo. Sono state inoltre considerate l’accettazione, ossia la capacità di accettare gli eventi che si verificano nella quotidianità senza evitarli o manifestando il desiderio di modificarne il corso, e la minduflness, ovvero la capacità di rimanere centrati sul momento presente in maniera non giudicante. Ai partecipanti al suddetto studio sono stati somministrati alcuni questionari self-report volti ad indagare tali dimensioni oltre al Text Anxiety Inventory.

In seguito all’analisi dei dati ottenuti emerge come le ragazze presentino un generale maggior livello d’ ansia nelle situazioni di valutazione, maggiore ansia sociale associata a sentimenti di inadeguatezza nel momento del fallimento e a minori abilità di accettazione e mindfulness se comparate con i coetanei di sesso maschile. Analizzando i punteggi ottenuti alle due sottoscale del TAI emerge come tale pattern sia evidente soprattutto nella dimensione emotiva piuttosto che cognitiva. In generale negli adolescenti sembra che un maggior livello di ansia durante la valutazione comporti un sentimento di inadeguatezza, disgusto verso se stessi, risposte distruttive quando si richiede di affrontare il fallimento ed elevata ansia sociale. Al contrario, accettazione e abilità di mindfulness diminuiscono i vissuti ansiosi quanto la capacità di rassicurarsi e provare compassione verso se stessi.

In tale studio è stato inoltre valutato il valore predittivo di queste variabili relativamente alla text anxiety: emerge come il sesso femminile, la bassa accettazione e l’autocriticismo siano variabili predittive di tale fenomeno.

In conclusione

E’ possibile affermare come il fenomeno della text anxiety sia rilevante soprattutto a causa delle conseguenze che esso comporta nella prestazione scolastica. Molto spesso si ricercano le cause dell’insuccesso accademico nella scarsa motivazione o in qualche difficoltà di apprendimento senza considerare la variabile emotiva qui presentata.

Conoscerne quindi l’influenza può aiutare il clinico a considerarla nella sua valutazione. Una volta riconosciuta, diventa pertanto saliente sapere come intervenirvi e vengono suggerite dalla ricerca citata in precedenza valide indicazioni: la diminuzione del worry tramite metodologie cognitivo-comportamentali, associate all’Acceptance and Commitment Therapy e alla Mindfulness, potrebbero portare a risultati incoraggianti. Sarebbe pertanto interessante valutare i risultati successivi all’applicazione di tali tecniche.

Marta Chemello – OPEN SCHOOL Psicoterapia Cognitiva e Ricerca, Mestre

Bibliografia

  • Cunha, M., Paiva, M.J. (2012). Text Anxiety in Adolescents: The Role of Self-Criticism and Acceptance and Mindfulness Skills. The Spanish Journal of Psychology, 15 (2), 533-543.
  • Hancock, D.R. (2001). Effects of text anxiety and evaluative threts on students’ achievement and motivation. The Journal of Educational Research, 94 (5) 284-290.
  • Rana, R.A., Mahmood, N. (2010). The Relationship between Text Anxiety and Academic Achievement. Bulletin of Education and Research, 32 (2), 63-74. DOWNLOAD
  • Spielberg, C.D., Gonzalez, H.P., Taylor, C.J., Algaze, B., Ross, G.R., Westberry, L.G. (1980). Text Anxiety Inventory. Palo Alto, CA; Consulting Psychologists Press.
  • Yerkes, R.M., Dodson J.D. (1908). The relation of strength of stimulus to rapidity of habitat-formation. Journal of Comparative Neurology and Psycholgy, 8 (5), 459-482.


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